Senegal MotoRaid 2014: attraverso i loro occhi




Avevamo appena lasciato alle nostre spalle la Mauritania, la terra degli uomini senza sorriso, ed eravamo entrati in Senegal, il cuore della teranga.
A dire la verità in frontiera di teranga, di ospitalità, ne avevamo incontrata ben poca. I militari senegalesi non hanno avuto nessun riguardo nei nostri confronti nonostante ci fossimo fatti una novantina di chilometri di pista, sotto il sole cocente, per raggiungere quel posto di confine...
Ma dopo aver salutato le facce severe dei doganieri, eravamo liberi di andare e scoprire con i nostri occhi questa nuova realtà.
Sin da subito il Senegal si è presentato con i suoi colori vivaci, qui tutto è  colore, dagli abiti delle donne ai vestiti tradizionali degli uomini, dalle piroghe che solcano l'oceano agli autobus cittadini sempre stracarichi di persone, per non parlare poi del colore della terra, di un ocra intensissimo.
Così, in un paese dove tutto è colore, le persone che ci vivono non potevano che essere solari.
E nonostante non manchino certo i problemi, in Senegal, abbiamo scoperto un'umanità con il sorriso non solo sulle labbra ma soprattutto negli occhi.
Degli occhioni che illuminano quella pelle scurissima, che qualche volta ci hanno fatto commuovere, arrabbiare, ma soprattutto emozionare.
Come non commuoversi davanti ai visi impolverati dei bambini della scuola coranica, che giravano per le strade di un villaggio vicino al Lago Rosa, con la loro ciotola in cerca di qualche moneta...
Come non incavolarsi davanti al finto doganiere che a Rosso faceva gli occhi da duro per spillarci la tangente, o davanti alla faccia insolente del "tipo" che voleva con prepotenza dei soldi perchè diceva che il muro su cui stavamo fotografando la nostra ombra è il suo...
Come non emozionarsi nel visitare il quartiere dei pescatori di Saint Luois, dove la densità di popolazione è superiore persino a quella di Calcutta. Dove tutti vivono la quotidianità sulla strada, visto che le abitazioni sono troppo piccole per contenere famiglie numerosissime, e vedere tutti quei bambini che sembrano vivere di pochissimo ma con quei grandi sorrisi che si divertivano come matti a chiamarci “Toubab”, “Toubab, toubab une foto” e allora si mettevano in posa facendo il segno di viva con le dita.
Abbiamo viaggiato così in Senegal: abbiamo calpestato quella terra color ocra intenso  e abbiamo cercato di capire la vera anima di questo straordinario paese attraverso gli occhi dei suoi abitanti...




































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